Io amo il mio lavoro
Io amo il mio lavoro

Io amo il mio lavoro

“Io amo il mio lavoro. L’ho sempre amato…

Ah, e non lo dico mica per autoconvinzione, no, io non sono uno di quei lavoratori frustrati che trovano sempre un valido motivo per lamentarsi delle loro pessime condizioni di lavoro, anzi sono molto appagato dal mestiere che svolgo, e ritengo di possedere le attitudini necessarie per la mia mansione. E dico “necessarie” perché queste mie capacità non sono solo sufficienti, ma proprio necessarie, perché se non le utilizzassi al meglio, non sarei il migliore nel mio campo, sono necessarie affinché io sia il migliore, ecco.”

Se vi chiedessero della morte, che cosa direste a riguardo? La domanda corretta, però, è: chi mai vorrebbe parlare di morte? Si vive e si muore, ma vivere il concetto di morte è un processo complesso e personale. Abituati a conferirle un’accezione negativa, dimentichiamo che l’idea di morte benefica, portatrice di quiete e serenità per l’animo, è insita in noi dalle epoche più antiche. Questione di prospettive, insomma, di substrato culturale e sociale, più o meno radicato in noi. Ecco, quindi, un uomo, un monologo, che svela il quotidiano, quello composto di piccole abitudini e gesti automatici che ognuno di noi compie quasi ritualmente e… di scheletri nell’armadio. Una storia in bilico tra razionalità e follia, un labile confine tra ciò che appare giusto e ciò che può sembrare un errore. Una trama che scorre lineare, su quella soglia che ogni essere umano possiede, varcata la quale, i meccanismi della nostra mente possono improvvisamente dare libero sfogo alla loro identità più recondita.

Tutto questo con Guglielmo Paonessa, che per mestiere guida il carro funebre ed è un eccellente lavoratore, il migliore, per la precisione.

Lo spettacolo era presente all’edizione 2017 del FRINGE FESTIVAL di Roma

Per la partecipazione è richiesto il Green Pass.

Chi è Tommaso Massimo Rotella

Inizia il suo percorso professionale come attore e prosegue nella direzione del teatro di movimento e della danza, ed infine, della regia. Dal 1986 al 1991 entra a far parte del “Gruppo Danza Contemporanea Bella Hutter/Sutki diretta da Anna Sagna. Dal 1990 conduce una personale ricerca sul movimento dell’attore che lo porterà a collaborare con il Teatro di Dioniso(Valter Malosti Direttore della scuola del Teatro Stabile di Torino), il Gruppo della Rocca ed il Piccolo Teatro di Milano. Cura la regia e la messinscena di diverse produzioni di prosa e opera lirica. Ha condotto seminari sul teatro classico per il DAMS Università degli Studi di Torino. Nel 1997 è docente al “corso di perfezionamento per giovani attori” del Teatro di Roma diretto da Luca Ronconi. Tra gli spettacoli a cui a preso parte come danzatore: Les nuits d’été, 1986 e Ahnung,1987, entrambi con coreografie di Anna Sagna (Ahnung fu rappresentato come spettacolo europeo dell’anno all’edizione 1988 dell’American Dance Festival-North Caroilna U.S.A.), Outis di L. Berio, regia di G. Vick, Teneke, regia di Ermanno Olmi entrambi produzione del Teatro alla Scala.Ha curato, tra gli altri, i movimenti coreografici delle produzione del Teatro di Dioniso/Valter Malosti dal 1990 al 1999, nel 2000 dello spettacolo La vita è sogno di Calderon prodotto dal Piccolo Teatro di Milano per la regia di Luca Ronconi, nel 2001 Chi dell’altrui si veste presto si spoglia di Cimarosa prodotto dal Teatro alla Scala e As.Li.Co.

È stato attore in Porcile di Pasolini, regia di F. Tiezzi (1994), in Sogno di una notte di mezza estate e Amleto regia di V. Malosti (1996) e in Federico II° del M°Marco Tutino (2004), in “Mandorle amare” di G. Giusto (cinema). Il film è vincitore di numerosi premi tra i quali: Miglior regia, migliore sceneggiatura e premio del pubblico al “Festival del cinema invisibile” (Lecce 2006); 3° classicato al “Sky Film Fest” 2010 (Asheville, North Carolina, USA), menzione speciale al “Indie Film Festival” 2010, (California, USA) in “Francesco sulla strada” di Luciano Nattino (2011), La Pace, di Aristofane con il Teatro degli Acerbi (2012), Amleto a pranzo e a cena e Chiusi gli occhi, (2013) entrambi produzioni La Corte Ospitale con la Regia di Oscar De Summa. Debutta al Festival Astiteatro 2014 con “Un regalo fuori orario” di Luciano Nattino, regia di Patrizia Camatel, produzione Casa degli Alfieri.

Cura la regia e la messinscena di: “La Cenerentola” di G. Rossini, “Don Giovanni” di W.A. Mozart e “Don Pasquale” di G. Donizetti, “Rigoletto” di G. Verdi diretti dal M° Claudio Desderi, è ideatore e regista dell’operina: “Il colore di Cenerentola” musica del M° Alberto Cara, coproduzione Teatro Regio di Torino e Teatro Comunale di Bologna.
Conduce, da anni, numerosi laboratori teatrali in Italia.
Dal 2012 è Direttore Artistico insieme a Silvia Gatti, del Teatro Vecchio Mercato di Gassino T.se.

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